Partiti, istituzioni, democrazie

Davvero dovremmo riformare un bicameralismo che qualcuno, impropriamente, si ostina a definire perfetto? Spetta al parlamento oppure al governo e alla sua maggioranza, fare le leggi? Chi ha detto che i partiti non controllano più la politica e sono in via di sparizione? Le primarie sono uno strumento di partecipazione democratica oppure un pasticcio manipolato da dirigenti di partito e gruppi di interesse? Esistono democrazie parlamentari nelle quali il capo del governo viene eletto dai cittadini e non può essere sostituito senza nuove elezioni? Nelle quali fa il bello e il cattivo tempo, nomina e sostituisce i ministri, scioglie a piacere il parlamento? Le leggi elettorali sono solo meccanismi per tradurre i voti in seggi oppure lo strumento essenziale con cui gli elettori scelgono i loro candidati e poi li premiano o li puniscono? Le approfondite analisi comparate qui proposte forniscono una risposta articolata a tali interrogativi, esaltando per questa via il contributo fondamentale che la scienza politica può dare ai processi di riforma istituzionale.

ha insegnato per più di quattro decenni Scienza politica nell’Università di Bologna. Attualmente è James Anderson Senior Adjunct Professor al Bologna Center della Johns Hopkins University. Già senatore della Repubblica, fa parte del Consiglio scientifico dell’Enciclopedia italiana ed è socio dell’Accademia nazionale dei Lincei. Fra i suoi libri più recenti "La rivoluzione promessa. Lettura della Costituzione italiana" (Bruno Mondadori, 2011) e "Finale di partita. Tramonto di una Repubblica" (Università Bocconi, 2013).

Editore: Il Mulino

Pubblicazione online: 2014
Isbn edizione digitale: 9788815320681
DOI: 10.978.8815/320681

Pubblicazione a stampa: 2014
Isbn edizione a stampa: 9788815252852
Collana: Collezione di testi e di studi
Pagine: 456

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