Costituzione e promozione sociale

Il tasso di mobilità sociale in Italia è tra i più bassi del mondo occidentale. Molte sono le cause di tale situazione e altrettanto numerose – e fra loro diverse – le analisi condotte nei vari ambiti scientifici. Ma il senso di disagio che si prova di fronte a questo dato si rafforza nel constatare che la nostra Costituzione reca, tra i principi fondamentali, quello di eguaglianza sostanziale: principio che impone alle istituzioni di intervenire per ridimensionare il divario tra ceti sociali, promuovendo il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione alla vita comunitaria. L’eguaglianza sostanziale è stata interpretata, pressoché universalmente, come eguaglianza nei punti di partenza. È questa la lettura che meglio di altre è in grado di cogliere le straordinarie potenzialità del testo costituzionale? Questo volume intende dimostrare come sia possibile proiettarsi oltre tale interpretazione, e anche come sia possibile enucleare dalla lettura combinata di alcuni tra i principi fondamentali dell’ordinamento italiano il valore costituzionale della promozione sociale, pur senza accedere all’idea, per molti versi insostenibile, di eguaglianza di risultato.
Il volume è stato realizzato con il contributo del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università degli Studi di Pavia.

insegna Diritto costituzionale all’Università di Pavia ed è stato assistente di studio alla Corte costituzionale. Si occupa di fonti del diritto, forma di governo, giustizia costituzionale, sistema delle autonomie e diritti fondamentali.

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Editore: Il Mulino

Pubblicazione online: 2014
Isbn edizione digitale: 9788815316967
DOI: 10.978.8815/316967

Pubblicazione a stampa: 2013
Isbn edizione a stampa: 9788815246172
Collana: Percorsi
Pagine: 456

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