Restare di ceto medio
Il passaggio alla vita adulta nella società che cambia

I paesi occidentali non sembrano più capaci di sostenere come in passato le aspirazioni diffuse a una piena cittadinanza sociale, vale a dire a una condizione di ceto medio nella quale la maggioranza della popolazione era arrivata a identificarsi, accessibile anche a strati sociali inferiori. La ricerca lo documenta, rilevando segnali di difficoltà relativi a livelli di consumo, capacità di risparmio, ammontare del patrimonio, comparando dati per classi sociali, tipi di famiglia, età. Una consolidata sequenza di ingresso nella vita adulta concretizzava le possibilità: conclusione degli studi, inizio del lavoro, soluzione al problema della casa, matrimonio, procreazione. Oggi non è più così. Quella sequenza è meno praticabile e i tempi si sono allungati. È inutile e in genere sbagliato parlare allora di "bamboccioni"; il fatto è che oggi, in presenza di un welfare squilibrato a favore dei padri come quello italiano, quasi solo chi può contare su una famiglia sufficientemente robusta riesce a gestire la fase iniziale e più precaria di carriere appetibili, a restare di ceto medio o a diventarlo. Un nuovo capitolo delle indagini sul baricentro della società italiana promosse dal Consiglio italiano per le Scienze Sociali e coordinate da Arnaldo Bagnasco.

insegna Sociologia economica presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Torino.

dottore di ricerca in Sociologia applicata e metodologia della ricerca sociale, è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano-Bicocca.

Editore: Il Mulino

Pubblicazione online: 2010
Isbn edizione digitale: 9788815229632
DOI: 10.978.8815/229632

Pubblicazione a stampa: 2010
Isbn edizione a stampa: 9788815138842
Collana: Studi e Ricerche
Pagine: 264

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