Il Gentile dei fascisti
Gentiliani e antigentiliani nel regime fascista

Questo libro parla del rapporto che intercorse tra Giovanni Gentile e il fascismo dal 1922, quando il filosofo fu nominato Ministro dell'Istruzione nel primo governo Mussolini, al 1944 quando venne ucciso dai partigiani. L'autrice discute le varie reazioni, in termini di sostegno o di critica, che l'opera e il pensiero gentiliani suscitarono nel mondo fascista, fra esponenti del partito e membri del governo, filosofi, storici e giuristi, giovani fascisti e docenti universitari. Alcuni videro in Gentile il principale teorico del fascismo, lo difesero dalle critiche che egli ricevette negli anni fra le due guerre e ne condivisero il progetto politico e culturale. Altri, invece, che consideravano la sua influenza sulla cultura italiana un pericolo per il regime, lo avversarono strenuamente. Un contributo importante alla ridefinizione del ruolo che il filosofo idealista svolse durante il fascismo.

allieva di Renzo De Felice, dopo aver studiato all'Istituto Italiano di Studi Storici di Napoli, ha conseguito il dottorato di ricerca in Filosofia politica a Pisa. È stata assegnista nel Dipartimento di Studi sullo Stato dell'Università di Firenze. Ha curato l'edizione del carteggio Croce-Tilgher (Il Mulino, 2004) e del carteggio Gentile-Prezzolini (Edizioni di Storia e Letteratura, 2006).

Editore: Il Mulino

Pubblicazione online: 2009
Isbn edizione digitale: 9788815142344
DOI: 10.978.8815/142344

Pubblicazione a stampa: 2009
Isbn edizione a stampa: 9788815128171
Collana: Il Mulino/Ricerca
Pagine: 400

  • Trova nel catalogo di Worldcat