Italo Calvino, le linee e i margini

A partire dal folgorante esordio con “Il sentiero dei nidi di ragno” (1947) Italo Calvino è stato considerato a lungo uno scrittore brillante ma atipico, non rappresentativo dei valori e delle tendenze del panorama letterario nazionale. Successivamente, negli anni che vanno da “Se una notte d’inverno un viaggiatore” (1979) alle postume “Lezioni americane” (1988), è stato promosso a grande classico della narrativa del secondo Novecento. Ma se nella sua opera sembra potersi riassumere mezzo secolo della nostra cultura letteraria dal neorealismo allo sperimentalismo degli anni Cinquanta, dalla riscoperta della dimensione fiabesca e fantastica al ritorno al romanzo (in sintonia con certo gusto postmodernista), l’aspetto decisivo della sua attività rimane la molteplicità inquieta degli approcci, delle prospettive, delle sperimentazioni. In questo libro Mario Barenghi conduce un’attenta analisi della produzione più puramente letteraria di Calvino, della sua attività di saggista, degli abbozzi, dei progetti interrotti e dei libri incompiuti, per individuare, all’interno di una vocazione plurale e mutevole, le principali direttrici, i temi ricorrenti, le nervature, in una parola la “poetica”.

insegna Letteratura italiana contemporanea all’Università di Milano Bicocca. Fra i suoi volumi ricordiamo: “Ragionare alla carlona. Saggio sui “Promessi sposi”” (Marcos y Marcos, 1994), “Ungaretti. Un ritratto e cinque studi” (Mucchi, 1999), “Oltre il Novecento. Appunti su un decennio di narrativa (1988-1998)” (Marcos y Marcos, 1999), “L’autorità dell’autore” (Unicopli, 2000); è stato inoltre fra i curatori dell’edizione delle opere di Calvino nei “Meridiani” Mondadori.

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Editore: Il Mulino

Pubblicazione online: 2009
Isbn edizione digitale: 9788815142733
DOI: 10.978.8815/142733

Pubblicazione a stampa: 2007
Isbn edizione a stampa: 9788815118462
Collana: Saggi
Pagine: 288

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