Giustizia politica e magistratura dalla Grande Guerra al fascismo

Il volume ricostruisce l’evoluzione dell’atteggiamento della magistratura in tema di giustizia politica tra la Grande Guerra e il fascismo. L’autore prende in esame sia i dibattiti teorici apparsi sulla rivista di categoria, sia una serie di concreti processi politici, a partire da quelli contro socialisti e anarchici durante la Grande Guerra, dove era dipinto come incombente il pericolo dell’eversione di sinistra. Ciò indusse una diffusa comprensione per l’eversione armata del fascismo, cui era attribuita la scusante della finalità nazionale. Tale differenza di valutazione si ripercosse anche in parte della giurisprudenza e aprì la strada all’amnistia del novembre 1922 che cancellò i crimini fascisti antecedenti alla marcia su Roma, e a quella del luglio del 1925 che estinse i procedimenti in corso e trasformò in farsa quello contro gli assassini di Matteotti.

– magistrato per oltre quarant’anni – ha scritto di storia della giustizia e di processi politici su riviste come "Quale giustizia" e "Questione giustizia", e in volumi collettivi tra cui "Gli italiani in guerra" (a cura di M. Isnenghi e G. Albanese, Utet, 2008) e "Nei tribunali" (a cura di G. Focardi e C. Nubola, Il Mulino, 2015). In "Il sole contro. 7 luglio 1960" (Bebert, 2015) ha rivisitato la vicenda giudiziaria relativa ai fatti di Reggio Emilia.

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Editore: Il Mulino

Pubblicazione online: 2019
Isbn edizione digitale: 9788815350756
DOI: 10.978.8815/350756

Pubblicazione a stampa: 2019
Isbn edizione a stampa: 9788815280268
Collana: Studi e Ricerche
Pagine: 240

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