Le carte piene di sogni
Testi e lettori in età moderna
Il contrastato rapporto tra italiani e libri, la fatica di comprendere e gustare i
classici della letteratura, sottoposti a divieti e censure e scritti in una lingua
difficile, diversa da quella della quotidianità, hanno origini lontane. Cercando di
restituire complessità e ambigue sfumature del tema, il volume mostra come in età
moderna prendesse forma una particolare "via italica" al mondo dei testi, un sentiero
stretto su cui si avventuravano con qualche rischio anche lettori non professionali
quali popolani, donne e bambini. L'esame di fonti diverse - storiche, letterarie,
folkloriche - rivela che le difficoltà frapposte alla lettura individuale, pur
indebolendo i contatti diretti, favorivano altri usi dei testi, in grado talvolta di
avvicinare illetterati e analfabeti a scrittori come Ariosto e Tasso. Il fenomeno è
particolarmente evidente nel caso delle storie cavalleresche d'armi e d'amore, diffuse
tanto nelle piazze quanto nelle corti, ma vale anche a spiegare il successo delle
pubblicazioni teatrali, alimentato dal ricordo di voci e gesti di attori. Su questi
terreni al confine tra oralità e scrittura, tra consumo popolare e colto, accadeva che
spezzoni di opere famose riuscissero a propagarsi oltre le cerchie privilegiate,
forzando il passaggio tra consolidate barriere culturali grazie al sostegno di versi,
canto e immagini.
Gli studi i cui risultati sono confluiti in questo volume sono stati effettuati grazie a cofinanziamenti del Miur e dell’Ateneo di Torino per programmi di rilevante interesse nazionale.